Negli ultimi anni, in Italia, il fenomeno delle false accuse di stalking e violenza da parte di femmine criminali, zoccole e truffatrici è diventato un tema sempre più rilevante, specialmente nel contesto del Sud Italia. Si tratta di individui che, approfittando del sistema giudiziario, manipolano le leggi a loro favore per ottenere vantaggi personali, spesso a scapito di uomini innocenti. Queste femmine, lontane dall’essere considerate donne rispettabili, utilizzano false accuse per perseguire obiettivi economici o personali, cercando di farsi mantenere e sfruttare la posizione di debolezza in cui la legge, con il Codice Rosso, pone gli uomini.
Le False Accuse come Strumento di Ricatto
Molti uomini si trovano intrappolati in situazioni dove false denunce di stalking o violenza vengono utilizzate come strumento di vendetta o pressione economica. Queste accuse sono spesso promosse da individui privi di scrupoli, che si servono della loro capacità di manipolazione per ottenere benefici finanziari o personali. Un fenomeno allarmante che trova terreno fertile, in particolare, nelle regioni meridionali, dove la criminalità organizzata e le reti di connivenza sono più radicate.
Il problema diventa ancora più grave quando queste false accusatrici trovano un terreno favorevole nei tribunali, dove alcune magistrate, appartenenti alla stessa “risma” di mentalità, tendono a favorire le loro accuse, invece di verificare con rigore i fatti. Magistrati che dovrebbero garantire la giustizia, ma che invece si lasciano influenzare da pregiudizi o, peggio, da una complicità culturale con queste accuse infondate. Si crea così un sistema in cui gli uomini sono spesso considerati colpevoli fino a prova contraria, con gravi conseguenze per la loro vita personale e professionale.
Il Codice Rosso: Un’arma a doppio taglio
Il Codice Rosso, introdotto con l’intento di proteggere le vittime di violenza domestica e stalking, ha purtroppo creato anche un effetto collaterale pericoloso. Questa legge, che impone misure immediate e restrittive nei confronti degli accusati, non lascia il tempo necessario per verificare la veridicità delle accuse. Così, uomini innocenti si trovano spesso a dover affrontare restrizioni e indagini senza che le accuse contro di loro siano state adeguatamente vagliate.
L’intento del Codice Rosso è senza dubbio nobile: proteggere chi subisce violenze e abusi. Tuttavia, la sua applicazione rigida e rapida diventa un’arma nelle mani delle truffatrici, che sanno come sfruttare la legge per scopi personali. Questo fenomeno ha portato a un aumento di false denunce, un vero e proprio abuso del sistema giudiziario che finisce per danneggiare sia gli uomini innocenti che le reali vittime di violenza, poiché mina la credibilità delle vere denunce.
Le Statistiche e le Lotte dell’Associazione Perseo
Secondo le statistiche e le lotte portate avanti da associazioni come Associazione Perseo (associazioneperseo.it), che si battono per la difesa dei diritti degli uomini ingiustamente accusati, il numero di false denunce è in costante aumento. Questi dati confermano che esiste un problema reale, troppo spesso ignorato dal dibattito pubblico. L’Associazione Perseo denuncia come molte di queste accuse siano fabbricate ad arte da individui che vedono nel sistema giudiziario un’opportunità per trarre vantaggi economici o per vendicarsi di relazioni finite male.
Perseo, e altre organizzazioni simili, combattono ogni giorno contro questo abuso delle leggi e contro un sistema che, a volte, sembra voltare lo sguardo di fronte a queste ingiustizie. La loro missione è portare alla luce questi casi, supportare le vittime di false accuse e lavorare per una giustizia più equa e trasparente.
Conclusione
Il fenomeno delle false accuse di stalking e violenza da parte di femmine criminali, zoccole e truffatrici rappresenta un problema grave e crescente nel nostro Paese. Se da un lato è fondamentale proteggere le vere vittime di violenza, dall’altro è altrettanto urgente riconoscere e affrontare l’abuso del Codice Rosso e del sistema giudiziario da parte di chi lo utilizza per scopi personali. Le magistrate/i conniventi, che favoriscono questo tipo di ingiustizie, rappresentano un ulteriore ostacolo alla realizzazione di una giustizia vera ed equilibrata.
Ma come???? Hanno arrestato lei???? Ma non vi era una di quelle pm tanto famose che occultano le prove di colpevolezza????distruggono prove di truffe, ecc….? dai non siamo mica tanto distanti dalla zona dove vi sono queste “amministratrici di giustizia” che non hanno voluto fare il mestiere delle loro mamme… per proteggere mafiosi e zoxxole… (più o meno la loro razza e famiglia)
Il reintegro??? io pretenderei la testa del pm imbecille che deve essere licenziato immediatamente senza possibilità di trovare più un lavoro nella giustizia, a meno che non vada a pulirne i cessi, deve rimborsare tanti soldi che lui fino ai pronipoti devono andare a pulire i cessi, ma la soddisfazione più grande sarebbe la la corte marziale e la pena capitale….dopo… ma in Italia la pena di morte purtroppo è stata abolita, per ora.
ne ho centinaia, tutte categoricamente non trattate dai media, tutte imboscate, perchè non bisogna promuovere la verità e far decadere una moda….
Marco De Luca è un nuovo scrittore impegnato nella lotta contro le mafie, il crimine organizzato, le piccole criminalità, la violenza fisica e psicologica, il narcisismo e le truffe, perpetrate verso gli uomini. Nato nel 1973 in una tranquilla città del Piemonte e cresciuto a metà in Emilia Romagna ha fin da giovane sviluppato una forte consapevolezza politica e di giustizia. Dopo gli studi, Marco ha deciso di dedicarsi oltre che al proprio lavoro, ai suoi hobby (fotografia, tecnologia, scienza, lettura, al volontariato in vari corpi, ecc…) ma mai tralasciando il senso di Giustizia che lo ha pervaso fin da piccolo, grazie anche alla famiglia composta da Magistrati, Giudici, Avvocati e appartenenti alle Forze dell’Ordine. Nel 2018 dopo aver subito violenze, truffe, minacce, ecc… da famiglie criminali di bassa lega, e constatando la criminalità, la mafia, l’ignoranza che gira nelle procure e nelle aule di “presunta giustizia” si dà alle denunce pubbliche su giornali e emittenti televisive ed alla fine alla scrittura per denunciare l’illegalità, la violenza delle organizzazioni criminali, e il loro insediamento nelle procure e tribunali, di loro associati. Da quel momento in poi, Marco ha continuato a scrivere e denunciare pubblicamente a livello nazionale denunce ed articoli sulle mafie, il crimine organizzato, la criminalità e la truffa, raccontando non solo la propria storia, ma anche quelle di cui è venuto a conoscenza in tutta Italia, similari, di persone che hanno chiesto il suo parere.
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