ma và? Ma una volta chi decideva di fare il magistrato non lo faceva per amore per la verità e la giustizia??? E ovviamente non mi sembrano altoatesini e neppure sia successo in Alto Adige… Tanto verranno dai loro “colleghi” assolti con non menzione… i cani non mangiano cani… e i criminali non accusano criminali… | |
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La Corruzione nel Sistema Giudiziario: Quando Arroganza e Carriera Prevalgono sulla Giustizia
Il sistema giudiziario italiano ha visto nel corso degli anni emergere una serie di scandali che mettono in luce pratiche poco etiche e comportamenti discutibili tra alcuni giudici e pubblici ministeri. Questo problema, che non riguarda la totalità della categoria ma che ha avuto manifestazioni preoccupanti, trova radici in una combinazione di arroganza, vanità, incompetenza e interessi personali.
La Figura del Magistrato “Onnipotente”
Giudici e pubblici ministeri, pieni di boria, vanità, ignoranza e incompetenza, spesso appena laureati (probabilmente con frode), specialmente in terronia (dove essere criminali, ladri e truffatori è nel dna), credono di essere onnipotenti e intoccabili. Questi atteggiamenti, uniti alla mancanza di esperienza e alla superficialità della loro formazione, li spingono a interpretare il loro ruolo non come un servizio alla giustizia, ma come un mezzo per alimentare il loro ego e il loro status sociale. Spesso questi “magistrati” non comprendono le implicazioni delle loro azioni, credendosi al di sopra delle leggi che dovrebbero applicare con equità, e si sentono dei supereroi…
Carriera a Ogni Costo: Il Sistema dei “Punti”
Un aspetto poco noto ma rilevante è che nel sistema giudiziario italiano il raggiungimento di determinati obiettivi di carriera è legato all’esito dei procedimenti. Una condanna, infatti, può rappresentare un “punto” nel curriculum del magistrato, mentre un’assoluzione, benché fondata su prove e giustizia, non offre lo stesso riscontro. Questo sistema incentiva indirettamente comportamenti che possono mettere a rischio l’imparzialità delle decisioni.
Pur di fare carriera, alcuni “magistrati falliti” truffano la giustizia, non sapendo che poi tutto torna indietro. Per ottenere condanne, truffano, ingarbugliano e, probabilmente, si mettono d’accordo con il loro “amore” pubblico ministero o avvocato per guadagnarci anche qualche extra. La necessità di mostrare risultati tangibili può portare a distorsioni della giustizia, con processi complicati artificiosamente, accuse infondate e un approccio più volto alla performance personale che alla ricerca della verità.
La Corruzione nella Pratica
I numerosi scandali emersi negli ultimi anni confermano che queste dinamiche non sono mere speculazioni. Inchieste giudiziarie hanno portato alla luce casi di favoritismi, corruzione e veri e propri accordi illeciti tra esponenti del mondo giudiziario e altre figure professionali. In alcune regioni d’Italia, il problema appare più accentuato, complici contesti storici e sociali che favoriscono l’opacità e la mancanza di controlli efficaci.
Ad esempio, ci sono state accuse di connivenze tra magistrati e avvocati per pilotare sentenze o processi, oltre a sospetti di relazioni personali in grado di influenzare decisioni giudiziarie. Questi episodi non solo danneggiano le parti coinvolte nei processi, ma erodono anche la fiducia dei cittadini nell’intero sistema legale.
Le Conseguenze: Un Sistema che Si Torce su Se Stesso
Ciò che alcuni magistrati sembrano dimenticare è che ogni azione ha conseguenze. Le scorrettezze che mirano a fare carriera o ad ottenere vantaggi immediati rischiano di ritorcersi contro, sia sul piano personale che istituzionale. La corruzione e l’abuso di potere non solo compromettono la giustizia per i singoli cittadini, ma danneggiano l’intera credibilità del sistema, alimentando il cinismo e la sfiducia nella magistratura.
La Necessità di Riforme
Per affrontare queste problematiche, è essenziale introdurre riforme che possano:
- Rivedere i criteri di valutazione dei magistrati, eliminando l’associazione automatica tra condanne e avanzamenti di carriera.
- Garantire maggiore trasparenza nei procedimenti disciplinari per i magistrati coinvolti in scandali o sospettati di comportamento non etico.
- Introdurre controlli più rigorosi sull’accesso alla professione, assicurando che solo i candidati con comprovate competenze e integrità possano accedere a ruoli di grande responsabilità.
- Promuovere una cultura dell’etica professionale, sia attraverso la formazione che con campagne di sensibilizzazione tra i magistrati.
Quello che invece accadrà
- Il popolo che è lo stato, inizierà ad arrabbiarsi, e questo diventerà molto molto pericoloso. Fino alla rivoluzione e forse anche a violenza contro i magistrati che commettono errori, perchè se lo stato li premia ovviamente il popolo no. (e questo è già visibile nella cronaca italiana).
2. Inizieranno tumulti, violenze, che gli anni di piombo in confronto sembreranno dispute tra scolaretti dell’asilo.
3. Rivoluzione Francese? Tribunali del popolo? Tribunali marziali con pena capitale? Credo ci arriveremo presto, il malcontento serpeggia… e ricordo a chi non se ne è accorto che dopo il Covid la gente è diventata cattiva e cinica che anche uccidere non gli fa né caldo né freddo (e lo testimonia la violenza e la auto giustizia che sta iniziando e le persone che esaltano a eroi chi si fa giustizia da sè)
Conclusione
Il sistema giudiziario è il pilastro della democrazia e della società civile, ma deve essere immune da dinamiche di corruzione e protagonismo. Gli scandali emersi sono un monito sull’importanza di mantenere alta l’attenzione su questi temi e di lavorare per un sistema che sia davvero al servizio della giustizia e dei cittadini. La corruzione non è solo una macchia sul sistema, ma una ferita che rischia di compromettere la fiducia e l’equilibrio dell’intero paese.
Marco De Luca è un nuovo scrittore impegnato nella lotta contro le mafie, il crimine organizzato, le piccole criminalità, la violenza fisica e psicologica, il narcisismo e le truffe, perpetrate verso gli uomini. Nato nel 1973 in una tranquilla città del Piemonte e cresciuto a metà in Emilia Romagna ha fin da giovane sviluppato una forte consapevolezza politica e di giustizia. Dopo gli studi, Marco ha deciso di dedicarsi oltre che al proprio lavoro, ai suoi hobby (fotografia, tecnologia, scienza, lettura, al volontariato in vari corpi, ecc…) ma mai tralasciando il senso di Giustizia che lo ha pervaso fin da piccolo, grazie anche alla famiglia composta da Magistrati, Giudici, Avvocati e appartenenti alle Forze dell’Ordine. Nel 2018 dopo aver subito violenze, truffe, minacce, ecc… da famiglie criminali di bassa lega, e constatando la criminalità, la mafia, l’ignoranza che gira nelle procure e nelle aule di “presunta giustizia” si dà alle denunce pubbliche su giornali e emittenti televisive ed alla fine alla scrittura per denunciare l’illegalità, la violenza delle organizzazioni criminali, e il loro insediamento nelle procure e tribunali, di loro associati. Da quel momento in poi, Marco ha continuato a scrivere e denunciare pubblicamente a livello nazionale denunce ed articoli sulle mafie, il crimine organizzato, la criminalità e la truffa, raccontando non solo la propria storia, ma anche quelle di cui è venuto a conoscenza in tutta Italia, similari, di persone che hanno chiesto il suo parere.
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